BLATTEN (Vallese) 3-6-2025 -- Dopo il crollo improvviso del ghiacciaio sopra Blatten lo scorso 27 maggio, l’intera valle si ritrova a fare i conti con un disastro che, se da un lato non ha causato vittime tra la popolazione evacuata in tempo, dall’altro ha lasciato dietro di sé una ferita profonda e un uomo disperso: Toni H., 64 anni, pastore del luogo, scomparso assieme alle sue cento pecore sepolte sotto metri di fango e detriti nella frazione di Tännmattä. La sua stalla, ritenuta fuori dalla zona di evacuazione – a circa 300 metri dal limite ufficiale – è stata travolta dalla massa instabile di terra e ghiaccio. Le ricerche, riprese lunedì 2 giugno, coinvolgono unità speciali della polizia cantonale, soccorritori alpini, cani da ricerca ed elicotteri di Air Zermatt, in una zona ancora instabile e minacciata da nuovi distacchi.
L'uomo era un volto familiare nella valle. Cresciuto tra le montagne lo raccontano come poco incline alle parole, molto alla fatica e al senso del dovere, aveva già perso una stalla anni fa durante un’alluvione, ma non aveva mai pensato di cambiare vita, né, in situazioni di pericolo avrebbe mai abbandonato i suoi animali, raccontano. La Procura del Vallese ha aperto un’indagine, per chiarire come sia stato possibile che l’ovile si trovasse ancora accessibile e non evacuato, nonostante l’imminente crollo del ghiacciaio.
Nel frattempo, la situazione idrogeologica resta critica ma monitorata, come riferisce il governo del Vallese. Il fiume Lonza ora scorre attraverso l'intero cono di detriti, e, a causa dell’enorme quantità di sedimenti, le turbine della diga di Ferden non sono più operative. Per evitare un blocco completo del deflusso, le paratoie di fondo della diga sono state parzialmente aperte venerdì sera, consentendo all’acqua di continuare a defluire verso valle.
Il livello del lago di Ferden è leggermente aumentato, superando di poco il valore precedente all’apertura controllata, ma le autorità rassicurano: la situazione è al momento stabile e sotto controllo, e il bacino può ancora assolvere al suo ruolo di contenimento di eventuali colate detritiche. Anche il lago di Blatten, situato a monte del deposito di ghiaione, si mantiene stabile.
Numerosi strumenti di monitoraggio sono stati installati nell’area per controllare in tempo reale il comportamento del terreno, del fiume e del ghiacciaio. Ma il rischio non è affatto cessato: attività geologica elevata è stata rilevata sul “Piccolo Nesthorn”, dove circa 300.000 metri cubi di materiale risultano ancora instabili. Un piccolo lago si sta formando nel bacino del ghiacciaio Birch, aumentando il potenziale rischio di nuove colate.
Foto: stato del Vallese


