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SVIZZERA - 09-05-2023 -- Quattromila franchi al mese non bastano a fronteggiare senza affanni il carovita, e l'impennata dei prezzi mette in difficoltà sempre più persone, dove quasi un quarto dei cittadini non sarebbe in grado di fronteggiare una spesa imprevista di 2.500 franchi. Insomma, anche in Svizzera, ovvero nel paese più ricco d'Europa, la classe media si sta impoverendo a causa dell'inflazione e di una politica salariale che tiene da anni gli stipendi fermi.
A sostenerlo è Sergio Rossi, professore di economia all'università di Friburgo, che in un'intervista a Hours 24 mette anche in dubbio la capacità dei dati ufficiali di descrivere l'aumento reale dei prezzi subito dai consumatori.
Rispetto all'Italia e ad altri Paesi europei, il tasso di inflazione calcolato dall'Ufficio federale di statistica (UST) è più basso, fermandosi al 3% contro il 7%, questo a causa di un paniere di prodotti non aderente completamente alla realtà che esclude voci di spesa importanti e certo pesanti, come l'affitto e l'assicurazione sanitaria. Anche il prezzo della benzina, che è aumentato notevolmente ha nel calcolo dell'indice dei prezzi al consumo un fattore molto più basso che in Italia o in altri paesi.
Insomma, è vero che l'inflazione ammazza, ma almeno nel Bel Paese si muore consapevoli. Al di là delle facili battute, secondo l'economista in Svizzera è in pericolo il benessere stesso del Paese. Il principio è basilare in economia: la crescita dipende soprattutto dalla classe media, che è la classe che consuma. Se ha abbastanza denaro, la classe media va al ristorante, cambia l'auto, viaggia e sostiene l'economia. I più ricchi, al contrario, tendono a risparmiare o acquistano azioni o immobili. "Questo farà aumentare i prezzi delle azioni e degli immobili, però difficilmente sosterrà la crescita", sostiene Rossi.
Il risultato? Economia stagnante e prezzi in aumento (in virtù dell'aumento dei tassi d'interesse), ovvero stagflazione. Se a questo si aggiungono: la guerra in Ucraina e la crisi climatica la popolazione non spenderà volentieri, preferirà risparmiare con ricadute immediate sui settori dei beni e servizi non essenziali e minori entrate fiscali, quindi problemi anche per i governi.