SANTA MARIA MAGGIORE - 25-03-2023 - Corre l'anno 1923: la Grande Guerra è finita da soli 5 anni lasciando alle sue spalle una scia di morte e una lacerazione insanabile nel cuore dell'Europa, ferita che condurrà ancora ad un conflitto globale. Anche la pandemia di Spagnola, che ha portato altri milioni di morti, è finita da poco tempo e in Europa, in Italia, non c'è famiglia che non abbia pianto un parente, tanti erano bambini. L'Italia indossa la camicia nera e chiude a San Vittore i dirigenti del Partito Comunista - Togliatti in testa -, in America viene fondata la Walt Disney Company e in Germania Adolf Hitler proclama la "rivoluzione nazionale" organizzando un tentativo insurrezionale che lo condurrà in prigione. Insomma, è stato un anno denso il 1923, un anno difficile ma con dentro ancora l'entusiasmo della modernità.
È il 27 marzo del 1923 quando a Santa Maria Maggiore i binari della costruenda ferrovia Vigezzina-Centovallina combaciano. Il lato italiano aggancia la parte Svizzera, il sogno transfrontaliero di uomini illuminati come il sindaco di Locarno Francesco Balli ed il vigezzino Andrea Testore, che vollero fortemente la ferrovia, si è ormai concretizzato. Il 25 novembre la tratta a scartamento ridotto taglia il nastro. I treni decorati con la bandiera svizzera e quella del Regno d'Italia, portano i viaggiatori più illustri. La ferrovia che conduce da Domodossola a Locarno e viceversa, chiamata Centovallina dai ticinesi e Vigezzina dagli italiani è un'infrastruttura fondamentale, e continua ad esserlo oggi che è anche - o soprattutto - un attrattore turistico, un inno al ritmo lento dei viaggiatori che amano guardarsi attorno ammirando il paesaggio e gli abiti delle stagioni.
Sei corse al giorno in un verso, sei nell'altro, questo il primo orario ufficiale per un percorso completo di 52,2 chilometri compiuto in due ore e mezzo (oggi sono poco meno di due ore) attraversando 83 ponti e 31 gallerie.
La linea Locarno-Domodossola è gestita da parte svizzera dalle FART (Ferrovie e autolinee regionali ticinesi) e da parte italiana dalla SSIF (Società subalpina di imprese ferroviarie).
19,8 chilometri sono in territorio svizzero e 32,4 su quello italiano. La velocità massima raggiunta dai treni è di 60 km/h.
In occasione dei primi cento anni della Vigezzina numerosi sono gli eventi in calendario, se il 25 novembre - giorno dell'inaugrazione - rappresenta l'atto di nascita ufficiale, si può dire però che il 27 marzo, momento nel quale gli operai congiunsero i binari del tronco italiano e di quello elvetico, sia il compimento, anche simbolico, dell'opera.
UN PO' DI STORIA (tratta dalle note degli organizzatori degli eventi per il centenario)
Il fermento industriale dell'inizio del '900 ispirò l'allora Sindaco di Locarno Francesco Balli, che espresse la volontà di creare una nuova linea che unisse Locarno con Domodossola, attraversando le Centovalli e la Valle Vigezzo. L’obiettivo finale era quello di creare un collegamento con le grandi opere ferroviarie già esistenti, la linea del San Gottardo e quella del Sempione.
L’idea contagiò i sindaci della Valle Vigezzo, si formò un comitato esecutivo italo-svizzero che condusse a un accordo per un progetto unitario, grazie ad una tenacia e all’unione di forze tra la comunità locarnese e quella vigezzina. Andrea Testore in primis, fervido propugnatore della realizzazione della Ferrovia in Valle Vigezzo, insieme all'incrollabile volontà del già citato Francesco Balli e su lato italiano dell'On. Alfredo Falcioni, e il vero artefice dell'opera, Giacomo Sutter furono i pionieri di questo sogno. Grazie ai loro sforzi si superarono le difficoltà politiche, tecniche e finanziarie, trasformando un sogno in realtà. La ferrovia fu inaugurata il 25 novembre 1923. La linea, a scartamento ridotto, rappresenta ancora oggi un capolavoro dell’ingegneria civile e dialoga in armonia con la natura incantevole delle vallate che attraversa.
Foto: Vigezzina 100


