LUINO - 20-02-2023 - - L’omicidio di Castelveccana, nei cui boschi due settimane fa un presunto pusher marocchino è morto per un colpo di fucile che l’ha raggiunto alla schiena, ha riportato d’attualità il problema dello spaccio nelle zone impervie lungo la fascia di confine tra Italia e Svizzera. Sulle montagne che corrono tra Varesotto e Comasco, venerdì i carabinieri hanno effettuato controlli a tappeto su un’area di quasi 50 chilometri quadrati, impiegando numerosi uomini e cani antidroga. Sono stati passati al setaccio 10 ettari di bosco, zone critiche nelle quali si segnalano bivacchi di spacciatori che accolgono i clienti e che, sfruttando le caratteristiche della zona, sono pronti a dileguarsi all’arrivo -che non può passare inosservato- delle forze dell’ordine.
I militari hanno individuato, geolocalizzato e smantellato 12 bivacchi di spacciatori, rinvenendo materiale per il confezionamento dello stupefacente, derrate alimentari e un machete. Sono stati fermati e segnalati alla prefettura per la sanzione amministrativa una mezza dozzina di clienti.
I controlli proseguiranno con le stesse modalità per debellare questo fenomeno, che sta diventando un’emergenza. A Castelveccana due settimane fa la sparatoria è avvenuta nel giorno in cui i carabinieri della Compagnia di Luino stavano perlustrando le zone boschive attorno alle Cascate della froda e si sono imbattuti in un gruppo di pusher.


