FORMAZZA - 18-10-2022 -- Nel corso di una spedizione interdisciplinare di ARPA Piemonte nella stagione estiva 2022 è stata documentata l'accelerata fusione idrica del ghiacciaio del Sabbione, in Formazza. La spedizione è stata documentata anche con un video che dimostra chiaramente lo stato di sofferenza del ghiacciaio.
La valle del Rio Sabbione (Hohsand) a Formazza nel settore più interno e continentale della Valle d'Ossola è una valle a forte attività glaciale per la presenza di cime tra le più elevate delle Alpi Lepontine come il Blinnenhorn (3374 m) e la Punta d'Arbola (3235 m) e per l'esposizione prevalente a nord-est ed alle perturbazioni che vengono dalle vicine Alpi Bernesi.
Le fiumane di ghiaccio erano ancora nell'800 un unico grande ghiacciaio, che si spingeva fino alla stretta rocciosa a 2400 m dove nel 1953 venne costruita la diga del secondo più grande invaso idroelettrico delle Alpi, di 44 milioni di metri cubi di capienza idrica. Già nel secolo scorso il ghiacciaio si separò in due grandi corpi glaciali: il Sabbione meridionale alle pendici dell'Arbola e il Sabbione settentrionale che si diparte dalla Punta del Sabbione con una classica lingua a cui si aggiungevano altri ghiacciai di dimensioni minori e la trasfluenza sul versante italiano del grande ghiacciaio svizzero del Gries. La contrazione dei fronti glaciali dei due ghiacciai maggiori ha subito una forte accelerazione in concomitanza con la realizzazione dell'invaso artificiale ma è proseguita nel tempo, accelerando negli ultimi anni in conseguenze dell'incremento delle temperature in alta quota. Oggi entrambe i fronti glaciali distano circa 1 km dalla sponda del lago. I suoli scoperti dal ghiacciaio del Sabbione Settentrionale sono stati oggetto nel 2012 di campagne di indagini ecologica da parte di ARPA Piemonte per monitorare gli stadi colonizzazione della vegetazione che possono fornire utili indicazioni sull'andamento climatico e sull'evoluzione delle aree deglacializzate.


