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BELLINZONA - 17-10-2022 -- Circa duemila lavoratori edili in piazza a Bellinzona, per per far pressione sulla Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC) in vista del rinnovo del contratto nazionale mantello (CNM).
Indetto da da UNIA e OCST i lavoratori temono soprattutto il prolungamento degli orati di lavoro a livelli insostenibili.
Spiega il comunicato di UNIA: "Nella quinta tornata di trattative per il rinnovo del Contratto nazionale mantello (CNM), gli impresari costruttori hanno esposto le loro idee sulla futura organizzazione dell'orario di lavoro. Non ci sarà più una pianificazione affidabile dell'orario di lavoro e il capo cantiere potrà decidere con breve preavviso se, quando e per quanto tempo far lavorare il personale. Il giorno lavorativo potrà raggiungere le 12 ore. La settimana lavorativa, contando il tempo di lavoro e includendovi i tempi di viaggio, potrebbe inoltre arrivare a 58 ore. Una follia. Per i lavoratori edili, un simile modello di orario di lavoro sarebbe devastante in quanto diventerebbe quasi impossibile avere una vera vita familiare o sociale. In estate i lavoratori edili dovrebbero inoltre lavorare ancora più a lungo in cantiere. Una palese violazione della legge sul lavoro e un attacco alla salute dei lavoratori edili. Nel corso delle trattative, i sindacati hanno invece espresso chiaramente la necessità di alleggerire il carico di lavoro giornaliero e settimanale. Con l'aumento delle ore di lavoro, l'elevata pressione lavorativa e il caldo elevato, aumenta il rischio di gravi incidenti. I lavoratori edili chiedono maggiori tutele, la diminuzione delle ore di lavoro, la fine delle ore non retribuite per il tempo di viaggio e la garanzia di un aumento dei salari reali, compresa una compensazione del rincaro media di 260 franchi - equivalente alla compensazione del rincaro più un aumento dei salari reali dell'1 %. Questi miglioramenti sono urgentemente necessari! Ferma nelle proprie richieste, la SSIC-CH ha minacciato in modo aperto di non rinnovare il contratto, pronta a gettare l'intero settore nel caos di un vuoto contrattuale! La sezione ticinese della SSIC continua da par suo a mantenere la linea nazionale, rifiutando ai sindacati la possibilità di iniziare a trattare il contratto in vigore nella nostra regione, benché sostenga ostinatamente il contrario riferendosi al tentativo di ridiscutere il contratto oltre 3 anni fa, quando i contratti erano stati appena siglati e l'inchiostro delle firme non era ancora asciugato... . Durante l'assemblea regionale dei lavoratori del settore, indetta da entrambi i sindacati lo scorso sabato 17 settembre, i lavoratori si sono espressi in modo chiaro attraverso una risoluzione che esorta a porre la mobilitazione nel settore edile a difesa del CNM e per dei puntuali miglioramenti. Nel merito, hanno considerato necessaria l'organizzazione di una giornata cantonale di protesta dei lavoratori del settore edile".