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DOMODOSSOLA- 02-10-2022-- La vicenda del disservizio ferroviario che ha colpito i frontalieri ossolani venerdi, e che ha portato alla clamorosa protesta presso la stazione ferroviaria di Domodossola, ha indotto l’onorevole Enrico Borghi, neo eletto senatore del Partito Democratico, a scrivere una lettera direttamente all’Ambasciatrice della Confederazione Elvetica in Italia, Monika Shmutz Kirgoetz.


Di seguito il testo della lettera:

“Egregia Signora Ambasciatrice,
Mi permetto di rivolgermi a lei per sottoporLe una questione di estrema importanza per la relazione tra i nostri Paesi e per la tenuta delle positive connessioni socio-economiche tra le nostre aree di frontiera.


Come probabilmente saprà, nella giornata di venerdì 30 settembre presso la stazione ferroviaria di Domodossola si è verificato una protesta nei confronti della società BLS che gestisce la tratta ferroviaria Domodossola-Briga.


Essa è stata innescata dalla decisione della BLS, che come ben sa è una società di diritto elvetico, di cancellare un treno per i frontalieri ossolani che si recano ogni giorno in Vallese per lavorare, e di sostituirlo con un treno successivo giunto un’ora più tardi con meno vagoni del previsto, circostanza che ha impedito a molti lavoratori di salire a bordo e quindi di raggiungere il proprio posto di lavoro.


A seguito di ciò, i frontalieri sono scesi dai vagoni bloccando i binari, e hanno impedito la partenza dei treni con una situazione di tensione sociale evidente.
Si tratta una situazione che non è purtroppo nuova. Dei 1.500 frontalieri che ogni giorno varcano il confine, circa 1.100 utilizzano i convogli ferroviari, e si sono trovati nella circostanza ad avere un convoglio che era adatto ad accogliere circa 400 persone.


Una circostanza evidentemente insostenibile, che si somma già a situazioni di congestionamento e di difficoltà che già nel periodo più difficile del Covid si erano manifestate, e sulle quali avevo personalmente avuto modo di intervenire.


Sono con la presente pertanto a segnalarLe la vicenda, affinchè sia possibile intervenire nella direzione di una adeguata corresponsione del servizio ferroviario tra i nostri rispettivi Paesi, nel solco di una consolidata tradizione di amicizia e di reciproco e comune lavoro nell’interesse delle nostre comunità a cavallo della frontiera.